Michael Kurinsky, veterano dell’animazione 2D ai Walt Disney Animation Studios, alla VIEW CONFERENCE ci ha illustrato il suo lavoro da production designer per Hotel Transylvania 2.
Prima di lavorare alla Sony, Michael è stato un pittore degli sfondi per Disney, lavorando a Il Gobbo di Notre Dame, Hercules, Atlantis – L’impero perduto, Fantasia 2000, Mucche Alla Riscossa e La Bella e la Bestia.
L’artista ha dichiarato che ama molto la Disney, ma quando si viene scelti per un lavoro, in genere si rimane a fare solo quello. Mentre, alla Sony è in continuo movimento e gli piace occuparsi di più cose contemporaneamente, arricchendo così il suo bagaglio personale. In Hotel Transylvania 2 ci ha confessato di essersi calato nella parte di un Wedding Planner per Mavis e Johnny perché all’inizio del film si celebra il loro matrimonio. Ha trasformato l’hotel in un luogo da sogno, scegliendo il color magenta per onorare questo giorno importante.
Ecco le domande che gli abbiamo rivolto:
Ci sono stati problemi nella trasformazione dei suoi disegni 2D al modello tridimensionale? Il risultato è sempre stato quello sperato oppure è dovuto scendere a compromessi?
All’interno di questo film, ovviamente, c’è stato un continuo cambiamento dal modello 2D al modello digitale del 3D. Il lavoro è stato molto difficoltoso (in particolar modo riportare i personaggi in tre dimensioni) ma allo stesso tempo è stato molto divertente catturare lo spirito dei disegni a mano e trasformarli in qualcosa che potesse funzionare in ogni sfaccettatura cinematografica. Inoltre è da stupidi pensare che in questa trasformazione non si debba scendere a compromessi, perché ciò che viene realizzato in 2D non sempre va a coincidere con ciò che verrà realizzato in 3D. Ovviamente c’è sempre una grande sfida per quanto riguarda questa trasformazione: per esempio, se possiamo prendere in considerazione il personaggio di Dennis, in 2D aveva questa grande capigliatura, questa grande testa, che però nel 3D non funzionava perché i capelli gli andavano a nascondere totalmente la faccia e creava delle ombre su tutto il corpo. Per questo, nella versione tridimensionale abbiamo dovuto ridimensionare la testa.
Ha sempre voluto intraprendere il mestiere del Production Designer? Puo’ parlarci della sua esperienza?
Questa è davvero una bella domanda! Sapevo che la mia strada sarebbe stata quella di diventare inizialmente un illustratore. Nel 1980, quando decisi di prendere questa via, era davvero una novità nel mondo dei libri e delle riviste. Ai miei tempi, quando ero adolescente, negli Stati Uniti non esistevano scuole dedicate alle arti cinematografiche. Io ho frequentato la scuola di pittura, illustrazione e belle arti ed è stato lo studio a darmi l’ispirazione per proseguire in questa direzione. Dopo la laurea, mi sono trasferito a Los Angeles ed è stato difficile trovare il lavoro che avrei sempre voluto, nonostante avessi studiato duramente. Poi un giorno un mio amico, che lavorava per una piccola tv locale di nome “Animation House”, mi disse che cercavano una persona che sapesse dipingere. Lui mi raccomandò ed io, come prova del mio talento, presentai uno spot pubblicitario. Gettai le basi per il colore e lo stile di una serie di libri dedicati al cibo. Così continuai a lavorare a questo progetto per un paio di mesi. Avevo capito che a tutti i costi avrei voluto lavorare in quel campo e a tutto ciò che avesse a che fare con l’animazione. Pensai “è davvero pazzesco, è il lavoro che voglio fare per il resto della mia vita”. Sei mesi dopo sono stato chiamato dalla Walt Disney e sono diventato pittore per gli sfondi della Walt Disney Feature Animation. Io sono un direttore artistico, una figura responsabile nella conduzione di un film, il mio lavoro è quello di “dirigere” tutto ciò che abbia a che vedere con la visuale: l’ambientazione, i personaggi che vengono ideati, la scenografia e la scelta dei colori. Il tutto viene pensato ed ideato da me stesso, ma in questo grande lavoro partecipano anche il mio grande team di grafici, pittori, disegnatori ed illustratori, che si occupano della realizzazione di set in 3D in cui recitano i personaggi del film d’animazione. È un lavoro molto complesso, in quanto dobbiamo prima costruire le scene in 2D e successivamente rielaborarle in 3D. Amo molto i colori e le possibili combinazioni tra di loro; ma soprattutto i nuovi modi per mettere insieme le idee per dar vita a nuove teorie da cui partono nuove storie. In merito a questo credo sia molto importante l’uso del colore e della luce che cambia a seconda della modalità in cui viene raccontata una storia. È un mestiere difficoltoso, spesso bisogna lavorare molto per poter mettere insieme tutte queste idee. Inoltre, per poterlo fare al meglio (graficamente parlando), a volte bisogna lavorare anche tutta la notte. Per questo è molto importante il mio team: giocano un ruolo fondamentale i disegnatori e i pittori e tutti gli altri professionisti. In questo lavoro ci serviamo molto di ambientazioni che hanno delle pareti in bianco e nero (che hanno una consistenza e una struttura molto particolare) e per far in modo che il film venga realizzato al meglio ho bisogno sia dei grafici ma anche dei professionisti, il mix del loro lavoro mi aiuta a mettere tutte le idee insieme e a realizzare ciò che avevo pensato. Per fare questo tipo di lavoro bisogna avere una serie di qualità: sicuramente un alto grado di comprensione, bisogna capire il lavoro dei disegnatori, l’utilizzo dei colori digitali; bisogna saper disegnare già da bambini, vivere in mezzo alla gente, all’aria aperta, pitturare (cercando di rappresentare su pittura il mondo reale) capire fin da subito come funzionano i colori (per poi riportarli graficamente su iPad) e la luce (ma soprattutto come reagiscono in simultanea). È molto importante osservare la natura e imparare da essa, perché se impariamo ad osservare tutto ciò che c’è di reale allora sarà semplice “estrarre” i colori dal reale e capire come funzionano nel mondo digitale.
Abbiamo notato che nel film ci sono diverse citazioni, sia del film originale di Dracula, sia al Fantasma dell’Opera. Quanto vi siete divertiti ad inserirle e a pensare come inserirle?
E’ stato davvero divertente utilizzare le citazioni di questi film e riportarle sullo schermo, sono sempre rimaste le stesse ma in qualche modo sono state “attualizzate” mediante questi personaggi in 3D che appunto, utilizzano citazioni di vecchio stampo. Ad esempio è stato molto difficile fare la maschera de “Il fantasma dell’Opera” perché è stata realizzata con una specifica progettazione ed è stata riprogettata più volte: non avendo il copyright da parte della Sony, abbiamo avuto molte pressioni e abbiamo dovuto modificarla fino ad arrivare ad una rivisitazione che non fosse identica o simile.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Sono ancora con la Sony Animation? Hai mai pensato di seguire un film come regista?
Si, mi piacerebbe diventare un regista ed in particolar modo mi piacerebbe dirigere qualcosa ideato e scritto personalmente da me. In questo momento negli Stati Uniti è stato annunciato il nuovo film “Mog”, dove però non avrò un ruolo fondamentale ma aiuterò il direttore di produzione e non so ancora quali saranno i miei prossimi lavori.
La sua arte è fantastica e ci stavamo domandando perché non realizzi più film in 2D? Perché avete scelto di realizzare Hotel Transylvania 2 in 3D quando il primo in 2D è stato comunque bellissimo?
Amo il 2D ma adesso preferisco realizzare film in 3D perché è quello che piace alla gente, è quello che tutti si aspettano di vedere sullo schermo. Mi piace trasformare il 2D in 3D e tutto ciò che puoi realizzare in 3D di certo sarebbe impossibile da realizzare con il 2D. Se avessi l’opportunità continuerei a lavorare in 2D. Ah, a questo proposito, verrà creata una serie “Hotel Transylvania” interamente in 2D.
Molti hanno definito lo stile del film, sia per quanto riguarda i movimenti dei personaggi e la comicità con il termine slapstick che ricorda il passato del regista, di quando ha lavorato a Cartoon Network, volevo sapere se eri d’accordo con questa definizione o ne avresti trovata qualcun’altra?
Sono d’accordo con questa definizione perché rispecchia appieno ciò che abbiamo realizzato: la silhouette dei personaggi è perfettamente adeguata anche se viene vista da un altro punto di vista. Ritengo che questa definizione sia ottima e non mi sembra ci sia termine più adatto.
Hai cominciato a lavorare per la Disney e poi per la Sony, che hanno due modi differenti di realizzare i progetti: Disney è un po’ più restrittivo mentre Sony fornisce più libertà di scelta?
La Sony mi ha dato sicuramente più libertà di scelta per quanto riguarda la grafica. Ho adorato anche lavorare con la Disney ma quando si lavora con loro, devi fare una cosa, davvero ben fatta, e passarla alla persona successiva che ne fa un’altra altrettanto ben realizzata. Quindi c’è tutto un lavoro a catena fino a realizzare un perfetto layout, dove ognuno ha il suo lavoro. La Disney lavora principalmente in 2D quindi per ogni scatto fotografico viene realizzato un layout, mentre la Sony lavora in 3D e di conseguenza c’è più libertà, ma soprattutto non necessita di un layout specifico per ogni fotogramma. La differenza sostanziale è che nel 3D posso realizzare qualsiasi cosa relativa a tutto il background, mentre alla Disney si può realizzare una singola cosa: un personaggio, un segno, uno sfondo ecc.
Ci vogliono molte persone per creare un personaggio?
Sì, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto tridimensionale. Io ad esempio lavoro con un team composto da molte persone e ogni persona crea una caratteristica differente del personaggio: c’è una persona che crea soltanto i capelli, oppure la silhouette, oppure l’abbigliamento; mentre nel 2D, differentemente, basta anche solamente uno schizzo e quindi servono poche persone per la realizzazione del singolo personaggio.
Da dove è nata l’idea di trasformare il Castello di Dracula proprio in un hotel? Vi siete ispirati ad un luogo reale per questa realizzazione?
Non sono totalmente sicuro di questa cosa, l’unica cosa che so è che sono state fatte molte ricerche prima di costruire il castello e sono andati in Transilvania (per la realizzazione del primo film) all’interno del castello di Dracula a studiare la struttura e l’architettura del castello stesso.
Abbiamo visto che rispetto al primo film nel secondo hai rispettato molto il design sia dei personaggi che degli ambienti, ci sono state delle modifiche, anche piccole, che magari non erano ben visibili ma che hai fatto nel secondo film?
Ho cercato di rimanere molto fedele al primo film, però nel secondo ho voluto mettere del mio. Ad esempio per quanto riguarda l’entrata del castello, dove per il matrimonio ho dovuto cambiare l’aspetto e soprattutto le luci, ho ricreato un’atmosfera speciale e magica. Per ogni matrimonio che si rispetti, dove ognuno in un hotel deve vivere una notte davvero magica.
Stiamo parlando di un sequel, volevamo chiederti: quali sono i motivi che vi hanno spinto a lavorare su un sequel? Si tratta di idee che nuove o che non hanno trovato spazio nel primo capitolo?
Creare il sequel non è stata un’idea del produttore ma un’idea della Sony. Hotel Transylvania 1 è stato uno dei più importanti lavori che abbia mai fatto, ha avuto un grande successo. Abbiamo deciso di fare questo sequel, nonostante sapevamo che sarebbe stata una sfida (tenendo conto del successo del prequel) ma volevano spingere i personaggi oltre e crearne di nuovi.
Un ringraziamento speciale a Valentina Mocciaro per l’accurata traduzione