Alessandro Carloni, il papà di Sdentato,
ci presenta il Making Of di Dragon Trainer 2
Alessandro Carloni è il secondo relatore italiano che interviene alla View Conference.
Lavora da tempo alla Dreamworks e tra i suoi lavori più importanti troviamo: Kung Fu Panda e Kung fu Panda 2 dove ha lavorato come storyteller e direttore all’animazione; Dragon Trainer e Dragon Trainer 2, dove ha creato lo storytelling e diretto l’animazione del film, in più con il suo lavoro ha contribuito allo studio dei draghi e allo sviluppo del personaggio Toothless.
Attualmente è il regista del prossimo film della Dreamworks “Me and My Shadow”, che sarà realizzato con tecnica mista (tradizionale + CGI).
Ci racconta come in passato abbia avuto esperienza in Studios poco importanti in Europa, ma che questa gli è servita per sviluppare al meglio il proprio lavoro, affermando quanto è importante non correre per raggiungere i propri sogni, ma fare le cose passo a passo.
Una volta espresso questo pensiero, sul grande schermo compaiono i bozzetti di Dragon Trainer 2: è lo storytelling del teaser trailer di How to Train your Dragon 2 che Carloni anima in modo a dir poco esilarante con onomatopee, un continuo “swissssh”, “pum”, “yeeeeah”!
Finito di vedere la clip ci ha mostrato come avviene lo studio dei personaggi e delle ambientazioni: con il team si sono recati all’estremo nord per osservare i paesaggi e scoprire come le persone sopravvivevano al freddo attraverso una costruzione dettagliata delle loro case, è stato molto importante perché in questo modo hanno potuto riprendere lo stile vichingo per inserirlo nel film. Dopo lo studio sul campo, avviene la creazione vera e propria dei personaggi, ognuno di essi viene assegnato ad un attore che attraverso l’interpretazione sviluppa ancora più a fondo le caratteristiche con i toni di voce e gesti a cui magari i registi non avevano pensato. Ma non solo, c’è uno studio approfondito anche sui draghi , in quanto ne esistono molti e di diverse razze, ecco perchè ad ognuno di loro è stata associata la caratteristica di un animale a noi conosciuto, alcuni esempi sono: Furiabuia – gatto, Tempestosa – pavone e struzzo, Gronkio – cane.
Giunto alla fine della presentazione Alessandro ci mostra un video mandato dai fan di Dragon Trainer, dove si possono vedere le loro reazioni all’uscita del trailer di Dragon Trainer 2, un video esilarante dove ragazze e ragazzi da veri fandom urlavano facendosi trasportare dalle emozioni del trailer!
Finita la presentazione è arrivato il tempo dell’intervista, e anche noi in qualità di fandom sfegatate di Toothless eravamo emozionate e curiose di sapere tutto!
Signor Alessandro, siamo curiose di sapere: in cosa consiste esattamente il suo lavoro di storyteller, quali sono i processi? Ha carta bianca?
Nel sistema degli studios di Los Angeles, prima che un regista arrivi con le sue idee, è probabile che ci siano già delle direttive.
Ad esempio la Dreamworks aveva l’idea di fare un film sulle ombre (Me and My Shadow, ndr), solo il concetto, e ha chiesto a me di svilupparne un film.
L’espressione “sviluppare” gira tantissimo a Hollywood, ma in realtà vuol dire tutto e niente, è una cosa che la gente del mio campo odia (ride) perché significa che una persona viene chiamata per buttare giù una storia, un’idea, ma prima che il film si realizzi per davvero possono passare anche 6 anni.
In ogni caso sviluppare un film significa scoprire che tipo di storia si può raccontare su quel concetto e come realizzarla. Ovviamente ci possono essere centinaia di versioni diverse dello stesso concetto e tutto dipende da chi lo deve sviluppare, visto che spesso si immette nella storia un po’ di se stessi.
Io come regista la prima cosa che faccio, prima di iniziare la produzione vera e propria, è inventarmi su un particolare concetto che storia raccontare. A livello pratico quindi si collabora con uno scrittore, anche se da poco ho iniziato a scrivere anch’io, per buttare giù uno script e da lì in poi il processo di animazione vera comincia.
C’è una differenza sostanziale tra un film di animazione e un film “dal vero”.
In un film dal vero assumi gli attori e molte delle personalità dei personaggi e dello stile narrativo viene da scoprirlo assieme agli attori. Si fa un grande procedimento che viene chiamato Reharsal che sarebbe: hai lo script, ti trovi con gli attori e cominci a leggerlo, leggerlo, leggerlo… Un po’ come fosse il copione di un teatro.
In un film di animazione invece, prima che si arrivi a quel punto, bisogna avere un sacco di prodotto finito. Si deve avere il design dei personaggi, i modelli finiti e quindi si è costretti a fare delle scelte narrative prima di cominciare a fare lo sviluppo con gli attori.
Di conseguenza il ruolo dello storyboard è di visualizzare il prefilm con i disegnacci, come ho fatto nella presentazione (lo storytelling del teaser trailer, ndr). Quegli sketch sono l’equivalente del lavorare con gli attori dal vero, perché ti permette di sviluppare un film a livello visivo e scoprire la storia attraverso una narrativa visiva.
Quindi come capo della storia dell’animazione o come regista dell’animazione, sviluppare una storia vuol dire soprattutto svilupparla attraverso storyboard e questo procedimento.
Molto carine anche le sue espressioni vocali! (ridiamo tutti)
Secondo lei a cosa è dovuto il successo di Dragon Trainer 2?
Sai Dragon Trainer 1 non è che abbia fatto dei numeri giganteschi, però le persone che lo amano hanno creato una cult incredibile, davvero. Come ci sono dei fan che ci bombardano con richieste riguardo a come procedere la storia, su internet abbiamo avuto una risposta impressionante dal pubblico. Penso che abbia creato un gruppo di fan più simile a quello della musica che al tipo di fan del cinema e forse il successo del secondo film si basa proprio su questo senso di cultura di fandom del film.
Anche perché non è che ha avuto il successo che noi speravamo, noi eravamo convinti che almeno in America riuscissimo a fare
200-250 milioni, invece siamo arrivati a 180 milioni, nel resto del mondo però sì, ha fatto molto gran successo (sorride)
A noi ha fatto estremamente piacere vedere, alla fine del primo e soprattutto nel secondo film, che i protagonisti principali siano personaggi con difficoltà fisiche. È un’ottima idea in quanto è raro vedere in altri Studios dei personaggi con delle imperfezioni, cioè si tende sempre ad avere un personaggio bello, buono, bravo, perfetto. Invece sia Hiccup che Toothless hanno queste difficoltà fisiche e sono anche degli ottimi modelli di riferimento. Sappiamo che ci sono dei libri dai quali siete partiti, ma inserire queste difficoltà fisiche è stata una vostra idea?
Non c’è molto di simile nei libri, l’unica cosa rimasta è Hiccup come lo sfigato del villaggio che andava contro il concetto che vede i vichinghi come personaggi forti e nobili.
Quindi nei libri Hicupp era questo sfigatello piccolino e anche Totthless era un draghino grande così (fa il segno dell’altezza di una bottiglietta d’acqua, ndr) e Hiccup trovava solo un modo diverso per controllare i draghi. Quello che noi abbiamo deciso di cambiare era che quello che Hiccup faceva in modo diverso era di diventare amico di un suo nemico. Nel senso che quello di cui avevamo bisogno era che invece di combattere i draghi se ne faceva amico uno. Allora ci serviva che quel drago, Toothless, fosse una creatura più grande e che facesse paura, poi abbiamo aggiunto il fatto che il drago venisse ferito e che per poter “guarire” aveva bisogno dell’aiuto di Hiccup.
Quindi sì, questa è una cosa che abbiamo aggiunto noi nella storia.
Poi alla fine abbiamo avuto questa idea e quando tutto era finito ci siamo detti “sarebbe bello aggiungere dell’altro, non limitarsi al colpo di scena che Hiccup sembra morire e invece alla fine va tutto bene”. Volevamo far si che restasse un danno anche a lui e ci siamo accorti del fatto che se Toothless non poteva più volare perché gli mancava un pezzo, potevamo fare la stessa cosa con Hiccup.
Eravamo convinti che alla fine non ce lo facessero fare.
E infatti pensavamo che qualora fosse stata una vostra idea a livello di team, sarebbe stato difficile da proporre!
Ma sapete cosa abbiamo fatto? Allora, per convincerli inizialmente abbiamo fatto degli storyboard e tutti dicevano “ma non so, non siam sicuri…“.Allora di nascosto abbiamo inserito la scena nel test screen. L’abbiamo messa alla fine per farla vedere direttamente agli spettatori così che potessero votare, e abbiamo avuto un sacco di gente a cui è piaciuta tantissimo quell’idea! Quindi, prima che potessimo anche discuterla tra gli executive e i capi della Dreamworks, già avevamo una risposta del pubblico e cioè che tutti la adoravano. Anche perché abbiamo creato questa scena e speriamo sia chiarissima, dove quando lui cammina che si vede che gli manca una gamba, entra la coda di Toothless per ricordare del fatto che adesso sono veramente uguali.
Quindi avevamo già in storyboard quel concetto e per fortuna, o lampo di genio, siamo riusciti a farlo vedere, questo ci ha fatto davvero molto piacere!
Volevamo sapere, visto che è italiano, se ha avuto qualche influenza per quanto riguarda la traduzione in Italia
No, non ho avuto niente a che fare con quello (sguardo quasi dispiaciuto)…
L’ha visto in italiano?
No, infatti non so nemmeno quale sia il titolo uscito in Italia, purtroppo!
È semplicemente “Dragon Trainer”!
Ah, ecco! Non era poi così complicato (ride)! Continuavo a chiamarlo How to Train Your Dragon e non sapevo. Purtroppo no, forse quando faccio il regista del mio film (Me and My Shadow, ndr) che sto facendo adesso, può essere che chiederò di fare la regia della traduzione italiana.
Ultima domanda, qual è il suo film di animazione preferito e il suo personaggio di Dragon Trainer che più la rispecchia?
Oh, è difficile!
Sai il mio preferito, dico preferito perché è un film che adoravo quando ero bambino, amavo Alice nel paese delle meraviglie! Quando ero bambino adoravo quel lungo tavolo pieno di tazze del Cappellaio Matto, amavo che cantavano e ballavano con quei colori di Mary Blair stupendi! Ha avuto un effetto sulla mia psiche da bimbo che non mi ha mai più lasciato. Ecco perché ancora tutt’ora è il mio cartone preferito.
Per Dragon Trainer io ho sviluppato molto il personaggio di Toothless.
Dovete sapere che volevo sviluppare il suo personaggio basandomi sul comportamento dei gatti, e vi assicuro in America pare che nessuno abbia i gatti, hanno tutti cani! Io invece avevo un gatto a casa, così l’ho portato alla Dreamworks e lo abbiamo studiato tantissimo per sviluppare al meglio il personaggio di Toothless ecco perché sono molto affezionato a questo personaggio!
THIS IS AMAZING!!!