Regno Disney ha intervistato Marco Manca, la voce italiana
del Genio nel canto e di Gaston nel canto e nel doppiaggio!
Marco Manca, classe 1983, non è solo un doppiatore, un attore e un cantante (o meglio, cantattore). Come scoprirete in questa intervista che ci ha concesso con gentilezza e simpatia, è un uomo che ama moltissimo il suo lavoro, che ha dedicato tutte le sue energie in quello che fa e che ha sempre saputo cogliere le occasioni che la vita gli ha offerto per crescere e migliorarsi. Lui è conosciuto al grande pubblico, fondamentalmente, per tre ruoli: Frollo (nell’opera Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante), Gaston (che ha doppiato nel canto e nei dialoghi in italiano nel live action de La Bella e la Bestia, 2017) e il Genio (che ha doppiato nel canto in italiano nel live action di Aladdin, 2019).
Pronti a conoscere meglio la voce dell’aiutante più
simpatico di tutti e del cattivo più affascinante?
Chi hai preferito doppiare fra il Genio e Gaston?
È una domanda un po’ difficile. Ogni personaggio per un attore, è un po’ come un figlio ed è impossibile scegliere quale figlio preferire. Ad ogni modo, posso dire che sono state due cose molto diverse. Gaston mi ha permesso di debuttare nel mondo del doppiaggio, quindi gli sono particolarmente grato e riconoscente, anche perché in quel caso ho potuto prestare la mia voce sia per i dialoghi sia per il canto, ed essendo il primo personaggio, è stato molto emozionante; il Genio mi ha permesso di tornare a scoprire un ruolo “brillante”, dopo tanti anni di “cattivi”, soprattutto a teatro. Posso infine dire che poter cantare le canzoni del Genio in Aladdin, è il sogno di ogni “cantattore”, quindi sono grato alla vita per avermi concesso una gioia così grande e irripetibile.
A quale ruolo della tua carriera in generale sei più legato?
Decisamente Frollo. È arrivato in un momento della mia carriera in cui aspettavo una svolta importante e Notre Dame de Paris mi ha dato quello spazio e soddisfazione che tanto desideravo. Nella carriera di un attore, una delle cose più difficili da gestire psicologicamente è senza dubbio “il potenziale inespresso” e quel personaggio mi ha permesso di esprimere ciò che ero al 100%. Devo anche dire che sono legato a Notre Dame in maniera molto forte per motivi privati: fin da adolescente io ho avuto sempre chiara quale sarebbe stata la mia strada e quindi ero molto attento alle novità teatrali, quando quello spettacolo nacque in Francia nella fine degli anni ’90 ed io ebbi modo di vederlo nella versione originale francese a Milano, fu amore a prima vista, mi affascinò moltissimo. Dalla mia camera sul mare, all’isola d’Elba, dove sono nato e cresciuto, sognavo di poterlo interpretare un giorno e quel sogno dopo 15 anni si è avverato.
Qual è stata la parte più difficile da cantare?
Due anni fa un caro amico regista mi chiamò per interpretare un’opera moderna sulla vita di un santo. Fu un’opera molto difficile perché coniugava una recitazione impegnata da teatro di prosa e un canto che sfiorava le difficoltà della lirica. È stata una grande sfida, perché mi ha permesso di coniugare al meglio i due mondi con i quali convivo, la recitazione e il canto.
Qual è il tuo personaggio Disney preferito? E il film? E perché?
Quasimodo e Il Gobbo di Notre Dame sono rispettivamente il mio personaggio e cartone Disney preferiti. Sicuramente ci sono particolarmente legato perché la voce italiana di Quasimodo era quella di Massimo Ranieri, per me un esempio da seguire, un punto di riferimento, fin da ragazzino, inoltre quelle musiche e quelle atmosfere mi colpirono e affascinarono fin da subito! Sarà un caso che questa storia sia tornata più volte nella mia vita? Da cantante infine, trovo che Alan Menken, compositore storico Disney, abbia raggiunto con quel film, il suo livello musicale più colto ed alto.
Ci sono altre collaborazioni con la Disney in vista?
Adoro pensare al futuro come ad una bellissima sorpresa. Sicuramente nei due anni trascorsi tra i due Live Action ai quali ho partecipato, si sono creati dei rapporti di lavoro e stima.
Sei cresciuto con i film Disney? Qual è il valore più importante che ti hanno trasmesso?
La poesia. In ogni film Disney ciò che non manca mai è la poesia, che sia essa chiusa in una immagine, in una musica o in una battuta. La bellezza e la poesia sono le cose che mi restano dentro sempre e che ricerco nel mio lavoro. Se penso ai film Disney mi emozionano ancora le pennellate di poesia di un quadro di Fantasia o lo struggimento poetico di Mister Banks mentre torna verso casa dopo aver perso il lavoro o il dolcissimo Bambi sperduto senza la mamma e potrei continuare all’infinito.
Quali mezzi hai usato per calarti nei panni del personaggio? Ci riferiamo in particolare al Genio, il cui carisma porta sicuramente un enorme peso con sé.
Lo studio e il divertimento. Ho letto, ascoltato, approfondito, ricercato e poi creato divertimento e curiosità nella mia testa. È un ruolo fatto di poliedricità, ed avendo fatto nella mia carriera tanti generi diversi, da Shakespeare, al Musical, all’Operetta, tutto il bagaglio di suoni, generi, stili, colori che avevo interiorizzato e fatto mio negli anni è stato una miniera da cui attingere e mettere a disposizione di chi mi ha diretto.
Com’è stato interpretare Frollo nell’opera di Cocciante?
Una grande emozione e soddisfazione. Frollo è un personaggio difficile e tormentato ed io l’ho affrontato a soli 28 anni, quindi la sfida fu assai ardua, ma le sfide più sono difficile e più ti caricano. Interpretare questa opera, inoltre, mi ha permesso di vivere esperienze magnifiche, a partire dal poter lavorare con un grande della musica come Riccardo Cocciante, fino alla possibilità di poter calcare palcoscenici importanti come quello dell’Arena di Verona.
Tra le tante occasioni che ti sono state offerte nel corso della tua carriera, quale/i ricoglieresti volentieri?
Tutte! Ogni esperienza, anche quella che sul momento mi sembrava non adatta a me o non di piena soddisfazione, è risultata negli anni importante perché mi ha reso ciò che sono oggi.
Ed ecco qui un video in cui Marco vi saluta!