“Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
E’ questa forse la frase più celebre e conosciuta de Il Piccolo Principe, romanzo letto ed amato in tutto il mondo da grandi e piccini.
Noi abbiamo incontrato il regista del film, Mark Osborne. Sarà riuscito nella sfida di adattare un libro così popolare sul grande schermo?
Mark Osborne, classe 1970, è stato il primo ospite ad aprire la VIEW Conference di Torino con la sua presentazione sulla grande sfida che l’ha tenuto occupato negli ultimi tempi: riuscire nell’ardua impresa di creare un film su uno dei libri più toccanti e amati di sempre.
Effettivamente, come egli stesso racconta ironicamente in compagnia dell’insostituibile pupazzo Mr. Fox, Il Piccolo Principe (1943) è un romanzo talmente popolare e carico di valore affettivo per così tante persone che spesso la reazione all’idea della realizzazione del film è stata: “Cosa diamine stai cercando di fare con il mio libro preferito?!”
Una reazione che il regista ammette egli stesso di avere avuto la prima volta che gli è stato proposto questo lavoro (ed ammetto di averla avuta anche io quando venni a conoscenza di questo movie-in-progress).
Infatti, prima ancora di lavorare a Alapalooza, SpongeBob – Il Film ed a Kung Fu Panda, Mark Osborne aveva già incontrato Il Piccolo Principe. Quella che sarebbe poi diventata sua moglie Kim, molti anni prima durante uno dei loro primi appuntamenti, gli aveva regalato la sua copia personale del libricino francese. Insomma, Il Piccolo Principe fece breccia nel cuore dell’artista per motivi tutt’altro che cinematografici!
Per questo motivo quando sei anni fa chiesero a Mark Osborne di dirigere un film sulle avventure del bambino che voleva una pecora e parlava alle volpi, egli rifiutò. Tuttavia, più il tempo passava e più quell’idea di far parlare il Piccolo Principe attraverso uno schermo non se ne voleva andare via. Così, nacque in seguito il progetto di fare di un’opera letteraria, di poco più di un centinaio di pagine, un film.
Ma se siete amanti del libro come me, non temete: a primo impatto potreste storcere il naso anche voi per questa assurda idea, ma vi assicuro che Mark Osborne ha davvero fatto del suo meglio per proteggere questo piccolo capolavoro del secolo scorso.
In che modo? Attraverso piccoli, ma efficaci, escamotage che permettono di raccontare la storia senza alterarla.
Ecco quali sono state le sfide più impegnative:
La Storia
La prima grande sfida con cui Mark Osborne ha dovuto confrontarsi è stato proprio il racconto in sé. Chi ha letto e conosce il libro dell’autore francese, saprà bene che la storia è narrata da un Aviatore precipitato con il suo aereo nel deserto del Sahara, il quale incontra il piccolo principe. A questa narrazione, si intrecciano le storie dei viaggi del bambino che prevedono incontri i personaggi più strampalati ed inaspettati.
Come fare, dunque, a preservare e proteggere il racconto originale? Integrandolo in una storia più ampia.
Ecco perché il film narra la storia di una bambina dei nostri tempi che fa conoscenza con un vecchio e bizzarro signore!
L’Aviatore ha ormai una certa età e non è mai stato compreso dalle altre persone e molto probabilmente viene anche creduto matto per i suoi racconti. Tuttavia, egli cerca una persona che possa raccogliere la sua storia come una sorta di eredità, da custodire e tramandare: questa storia è quella del Piccolo Principe.
In tale maniera, il regista si è assicurato di raccontare una storia senza tempo in modo fedele senza tradirne il significato profondo!
I Personaggi
Un’altra sfida è stata rappresentata poi dai personaggi presenti nell’opera di Saint-Exupéry: escludendo la figura della Rosa, troviamo solo personaggi maschili. Questo per il regista è stato un punto cruciale molto importante, poiché ha da sempre spinto la figlia Maddie a prendere come modello eroine come Mulan, per esempio. Voleva pertanto che il film potesse essere di ispirazione anche per la bambine ed è per questo che ha scelto di fare esperienza della versione della ragazzina protagonista.
Inoltre, sua grande fonte di ispirazione per questa sfida è stato Hayao Miyazaki, celebre regista ed animatore giapponese, nelle cui opere la figura femminile viene sempre valorizzata e celebrata nella sua potenzialità.
La Tecnica
L’ultima difficoltà è stata infine rappresentata dalla tecnica con cui realizzare il film, tenendo anche in considerazione le illustrazioni originali dell’autore che si trovano nel libro e che sono state studiate minuziosamente.
Per risolvere il problema, la soluzione è stata quella di adottare una tecnica mista: il CGI (digitale) è stato utilizzato come strumento narrativo del mondo reale, mentre lo stop-motion è stato utilizzato quando viene raccontata la storia ed il mondo del piccolo principe. In particolare, per proteggere ulteriormente la storia e l’autenticità, tutta la parte dello stop-motion è stata interamente realizzata e scolpita con la carta (ad eccezione delle mani). Le dune, le nuvole, i personaggi, persino la sciarpa che fluttua leggera nel vento è fatta di materiale cartaceo.
Pensate che per realizzare la sola scena del tramonto, che dura una manciata di secondi, il team ha impiegato ben sei giorni di lavoro per riprodurla!
Sappiate inoltre che la famiglia di Exupéry stessa è stata coinvolta nel progetto e ha ampiamente approvato -non senza qualche lacrima- il risultato finale. E credo anche che sia anche una rassicurazione importante che ad un film del genere vi abbia lavorato una persona come Mark Osborne, per cui il libro ha un forte valore affettivo.
E se siete ancora scettici al riguardo, non vi resta che leggere la nostra intervista a Mark e lasciarvi saggiamente addomesticare dalle sue parole!
Il Piccolo Principe è previsto in Italia nelle sale cinematografiche a partire dal 1 Gennaio 2016. Distribuito dalla Lucky Red, può vantare un cast stellare tra le sue voci: da Marion Cotillard e Rachel Mc Adams a James Franco nella versione originale, e da Paola Cortellesi a Stefano Accorsi ed Alessandro Gassman nella nostrana.
Le musiche invece sono state composte da Hans Zimmer (Il Re Leone, Il Gladiatore, Spirit Cavallo Selvaggio, Pirati dei Caraibi, ecc) e curate nell’esecuzione vocale dalla cantante francese Camille (che avrete sicuramente sentito in Ratatouille!)
Allora, siete pronti a sentire ridere le stelle?